Papa Luciani e gli orti urbani
Chissà (chi sa?) che relazione ci potrebbe mai essere tra un Papa, che molti conoscono solo per la drammatica brevità del suo magistero, e gli orti urbani. Ed effettivamente il percorso logico è un pò lungo da raccontare, ma non tanto contorto. Per arrivare a destinazione ci aiuta un bell’articolo scritto da Paolo Cacciari e pubblicato dal Manifesto il 9 giugno scorso.
Il futuro comincia dalla terra
Ennesimo consiglio da Carlo Petrini su La Repubblica del 7 giugno, il quale non manca di citare Ermanno Olmi quando, a margine di un convegno dedicato ai nuovi mestieri del cibo e dell’ambiente ha esclamato “ Finalmente la primavera sta arrivando”. Petrini cita proprio le “buone pratiche” che consentono ai cittadini di realizzare così i cambiamenti: iniziando a fare.
Hortus Pavia
Tutti a Pavia il 22 giugno per il primo convegno, in Italia, che propone di trattare i più importanti temi sociali e urbanistici connessi agli orti urbani e ai giardini familiari. Finalmente si parlerà del ruolo che la pubblica amministrazione può esercitare per favorire una diffusione ordinata e coerente di questa “buona pratica” e sarà un’ottima occasione per chiedere con decisione una specifica legislazione.
Centinaia di nuovi orti urbani a Milano
A 10 anni dalla costruzione dei primi Orti di via Chiodi, unici per superficie occupata e per formula di gestione, ci raggiunge la notizia che tra poche settimane il Comune di Milano metterà a disposizione alcune aree che i cittadini potranno trasformare in orti urbani. La superficie complessiva potrebbe superare i 20 ettari e si prevede che l’affidamento in concessione potrà essere trentennale.
Orti di città alla fine del 1800
Da “La terre et l’atelier – Jardins Ouvriers”
Di Louis Rivière 1904
“Au sortir de la ville, après les dernières maisons du faubourg, vous rencontrez une pièce de terre,découpée en carrés réguliers…..La terre est complètement cultivée,…..
L’Orto Sovversivo di Roger Doiron
La più divertente clip in circolazione sul tema delle abitudini alimentari, sbagliate, degli americani. Per nostra fortuna la tradizione della “dieta mediterranea” non è stata soppiantata e quindi, da noi, alcuni commenti di Doiron sono superflui. Tuttavia, ricordando che molte abitudini, anche alimentari, sono state introdotte in Italia dopo 15-20 anni dalla loro comparsa negli Stati Uniti, cerchiamo almeno di non dover fare tutto il percorso all’indietro che Doiron, oggi, indica ai suoi concittadini.